"Perché deve essere così importante imparare a dire grazie prego scusi e buongiorno, e come sta e altrettanto a lei, quando tra poco nessuno di noi andrà da nessuna parte, e lo sappiamo tutti benissimo, e tanto vale stare tutti quassù a mangiare susine e a guardare girare il mondo, e il sole, e a esercitarsi a far parte del nulla?"
Quando
Pierre Anthon, tredici anni, sceglie di abbandonare la scuola e di
salire su un albero per abbandonarsi al nulla, i suoi compagni di
classe decidono di raccogliere cose che abbiano un significato, per
dimostrargli quanto si sia sbagliato. Cominciano con oggetti
innocenti: una canna da pesca, un pallone, un paio di sandali. Ma,
ogni volta che qualcuno di loro rinuncia a qualcosa che lo rendeva
felice, la catasta sembra più piccola, un inquietante sussurro che
sembra insinuare: Pierre Anthon ha ragione, niente ha senso.
Così i ragazzi si spingono più in là: cedono un amatissimo
criceto, un tappetino da preghiera, un'antica bandiera, la bara di un
bambino. Le richieste del gruppo si fanno sempre più angosciose e il
Significato ancora più lontano. Qual è il confine tra sacrificio e
autodistruzione, tra ricerca del senso della vita e vendetta per la
perdita dell'innocenza che ogni incertezza comporta? Abbandonati
alla paura, i protagonisti finiscono per trascinarsi a vicenda in un
tunnel di violenza e orrore.
Ma, forse, il Significato -del romanzo e della vita- sta proprio in
questo ciclo misterioso, nel perdere qualcosa e trovare
qualcos'altro.
Dopo tutto impariamo il valore della vista solo quando siamo
costretti a chiudere gli occhi.
Niente (puoi trovarlo qui)
Janne Teller
119 pagine
Feltrinelli Editore
8 €
Narrativa contemporanea
Bella presentazione...da come li descrivi nella finzione questo libro affronta un modo nevralgico del presente...la mancanza di desiderio di futuro...
RispondiEliminaHai ragione, per questo penso che questo libro sia agghiacciante ma necessario!
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