“Heather si costrinse a
separarsi dalla cisterna e avanzare un centimetro sopra l'asse di
legno, che era stata assicurata a malapena al bordo con diverse viti
ripiegate. Le balenò un'immagine improvvisa del legno che si
spezzava sotto al suo peso, uno sfrecciare impazzito attraverso lo
spazio. Ma il legno tenne.
Senza rendersene conto
alzò le mani per bilanciarsi, non pensando più a Matt o Delaney o
Bishop che la fissavano; pensava solo a tutto quel nulla, l'orribile
pizzicore nei piedi e nelle gambe, una certa voglia di saltare”.

La notte d'inaugurazione
del gioco, Heather -amica silenziosa, insicura, troppo disillusa per
tentare di partecipare- sceglie, contro ogni aspettativa, di
diventare la protagonista della sua storia e di rischiare. Per
dimostrare di esserci, per smettere di avere paura. Dodge -magro,
invisibile, ferito- ha tutt'altre motivazioni: non gioca per i soldi,
ma per la vendetta.
Le loro storie
s'intrecciano in un thriller più focalizzato sul mondo interiore dei
personaggi che sull'intreccio: pur avendo una trama avvincente, la
forza del romanzo risiede nello stile di Lauren Oliver, diretto, a
volte persino crudo, e per questo realistico. L'autrice, infatti,
riesce a dare voce a dei giovani frustrati da una vita che li ha
delusi fin troppe volte, cresciuti in un contesto disagiato,
percepito come una vera e propria prigione.
“Decise che le piacevano
anche le tigri, se non altro da una certa distanza. Era affascinata
dal modo in cui si muovevano, i loro muscoli s'increspavano come la
superficie dell'acqua, e dai loro occhi, che sembravano così saggi,
ma allo stesso tempo cupi, come se avessero guardato il centro
dell'universo e l'avessero trovato deludente, un sentimento che
Heather comprendeva completamente”.
Il lettore, catturato dal
tono informale della Oliver, respira la stessa aria dei protagonisti,
riuscendo ad immergersi in una cittadina tremendamente viva sulla
pagina, con i suoi luoghi spogli, di una tragica bellezza, e i suoi
abitanti, così spaventati dalla realtà da perdersi in ogni modo
possibile, tra alcol, droghe, duro lavoro, nel tentativo di
dimenticare un mondo difficile e labirintico.
Non sorprende che i
personaggi, nonostante la giovane età, custodiscano delle anime
pesanti, antiche: sia Heather sia Dodge faticano da sempre a trovare
un senso alle loro esistenze, vittime della propria sensibilità,
inadatta ad una condizione di precaria sopravvivenza. I loro
pensieri, a volte, hanno una potenza tale da commuovere, messaggeri
di una malinconia violenta, che aggredisce chi legge e lo costringe
a dubitare.
“Qualcosa all'interno di
Heather si ruppe, e in quel momento fu conscia che per tutta la vita
aveva costruito muri e difese per prepararsi a una situazione come
quella; dietro a quelle barriere la pressione era cresciuta,
cresciuta. Ora la diga si era frantumata, l'aveva inondata, e stava
affogando nella rabbia e nell'odio”.
Panic si presenta
come un romanzo d'azione, e tuttavia conquista per il suo linguaggio
schietto, dando vita ad una narrazione che non ha paura di raccontare
la fragilità del primo amore o l'angoscia di un'esistenza sull'orlo
del baratro. In fondo, è la vita stessa una gara di coraggio.
Non ci stiamo già
giocando tutti?
Panic (puoi acquistarlo QUI)
Lauren Oliver
Safarà Editore
368 pagine
15,30 €
Narrativa, Young Adult
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