“Sono nata a Bologna in
una casa che profumava di legno di sandalo e del ragù pesante della
domenica, quello con la conserva di pomodoro e le polpette di carne.
[…] Sono nata nel sangue e nel sudore dell'estate, intorno al collo
il cordone che Donna Marzia mi ha strappato via con le unghie. Mia
madre aveva sempre una lacrima pronta in tasca come una mentina per
ogni volta che ricordava quei pochi secondi di silenzio in cui io,
appena venuta al mondo, non avevo respirato.
Ma quel silenzio, quello
dei primi istanti di vita, l'ho scontato dopo con tutte le parole che
negli anni non mi hanno mai abbandonata.”

Mi è bastato
assaporare le prime frasi per ricordare un luogo e un tempo che non
ho mai conosciuto: Bologna, 1997. Ho voltato altre pagine, e l'arcano
potere delle parole mi ha regalato esperienze e incontri che non ho
mai vissuto. A metà romanzo ero completamente stregata.
Leggendo, non ho solo
visto le situazioni che descriveva. La sua scrittura realizza
un'intensa stimolazione sensoriale, capace di coinvolgere il lettore
in un modo poco comune, e per questo prezioso. Così sono stata parte
della storia di due sorelle, Corinna e Serena, e delle persone che
vorticano attorno a loro come satelliti.
Più che un racconto,
l'autrice mette in scena un inseguimento. Corinna, la maggiore,
quella che non si sente mai a casa, con due occhi d'acciaio che
parlano di un padre mai conosciuto, cerca il genitore scomparso prima
della sua nascita. Ha una scatola da scarpe come mappa, piena di
oggetti che sussurrano frammenti di un amore rotto per sempre.
Serena, invece, la piccolina, la bambina con le codine e l'acutezza
per riconoscere le ferite della sorella, rincorre Corinna, ma trova
se stessa.
Attorno a loro, una
galleria di personaggi varia e vivida, un raduno di caratteri potenti
nella loro unicità, sempre realistici, mai eccessivamente letterari.
In particolare, spicca un meraviglioso “clan” tutto al femminile,
una cerchia di donne (vive o morte) che condivide con le protagoniste
una saggezza vestita di mistero e superstizione, una cultura che
potrebbe appartenere al mito e che, invece, si amalgama con
naturalezza a un contesto urbano vicino a noi nel tempo.
Qui si scorge l'incantesimo di Bianca Rita Cataldi: il suo stile è semplice e, allo stesso tempo, magnetico. Le parole scorrono serene, ma sanno tracciare solchi profondi... Perché I fiori non hanno paura del temporale è soprattutto una storia d'amore, un sentimento che può crescere ovunque. Tra sorelle, tra genitori e figli, tra amanti, tra spiriti affini.
Ed è bello ricordare
che al mondo non c'è magia più grande di questa.
I fiori non hanno paura del temporale (puoi acquistarlo QUI)
Bianca Rita Cataldi
HarperCollins
14,45 €
277 pagine
Narrativa contemporanea
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