Tredici di Jay Asher, dal 31 Marzo è una serie su Netflix |
Quattro anni fa, mi
regalarono un romanzo dalla copertina accattivante. Ricordo
che non esitai un istante a leggerne subito la trama, sicura che
avrei accantonato per un po' la mia lettura corrente per dedicarmi a
quel dono. Eppure, oltre alla curiosità, emerse dentro di me un
forte senso d'inquietudine quando scoprii che tra le mani non avevo
un semplice thriller, ma un racconto il cui tema principale era la
morte di una ragazza più o meno della mia stessa età.
Oggi quel libro approda
sul piccolo schermo grazie a Netflix e io mi ritrovo rievocare le
sensazioni che provai allora, nella speranza che la nuova serie tv
sia capace di trasmetterle come il proprio gemello di carta stampata.
La nuova copertina dell'edizione italiana del romanzo, pubblicato da Mondadori |
In un modo o nell'altro,
mi feci coraggio e conobbi Clay Jensen, il giovane protagonista che,
tornando da scuola, aveva trovato davanti alla porta di casa un
pacchetto indirizzato a lui, contenente sette cassette numerate con
dello smalto blu. A registrarle era stata Hannah Baker, la ragazza di
cui era innamorato da sempre e che due settimane prima aveva deciso
di togliersi la vita.
Io e Clay fummo avvolti
dalle sue tredici storie, una per ogni persona che l'aveva spinta a
compiere quel gesto inspiegabile, e dopo l'ultima pagina del romanzo
ci separammo: lui restò lì, in attesa, e io tornai nel mio mondo.
Ma per quanto mi
sforzassi di convincermene, quella del libro e la mia non erano
affatto realtà diverse. Anzi. Ero grande abbastanza da avere paura
della morte e da tormentarmi al pensiero di come qualcuno potesse
abbracciarla senza paura. Tredici mi aveva dato una risposta,
ma non riuscivo ad afferrarla fino in fondo, come il ricordo di un
sogno subito dopo il risveglio.
Una scena tratta dal trailer della serie tv Tredici |
Perché il valore di
quest'opera sta soprattutto nel fatto che l'autore non si limita a
scriverci su una lavagna la lezione che dovremmo apprendere,
apparentemente nascosta tra le sue parole. Piuttosto, ci regala un
racconto su cui riflettere intensamente. È troppo facile dire al
proprio lettore cosa dovrebbe pensare, specialmente quando si
affronta una tematica complicata come il suicidio. Asher ama le cose
difficili, e decide di sussurrarci all'orecchio parole che sta a noi
districare.
Forse vuole dirci che ciò
che avviene nella mente di chi compie l'atto fatale è un mistero
troppo grande per chiunque non ne sia protagonista, e che è giusto
interrogarsi con rispetto su un enigma, ma non giudicarlo, laddove
non è possibile capirlo per davvero.
O magari, tiene a
comunicarci che ognuno sta combattendo una battaglia e che quello che
a noi sembra solo un gesto insignificante per l'altro può essere la
goccia che fa traboccare il vaso.
Oppure, infine, che non
importa se la guerra pare non finire mai e se il nemico si sia
vestito d'invincibilità. C'è sempre un motivo per continuare a
vivere.
Jay Asher
229 pagine
Mondadori
17.00 €
Thriller, Young Adult
LINK DEL TRAILER DELLA SERIE: https://www.youtube.com/watch?v=kHUe5oBvfHI
E voi avete letto questo libro? Avete intenzione di guardare la serie su Netflix?
Mi attira moltissimo!
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